Perché la “nullafacenza” non è una perdita di tempo
Se siete alla perenne ricerca di un modo per essere più produttivi ed esenti da distrazioni, allora fermatevi un attimo e rilassatevi, perché quello di cui avete bisogno è proprio quello da cui fuggite.
Viviamo in una società che ci impone ritmi frenetici, ci chiede sempre di lavorare di più e meglio, e ci porta a sentirci in colpa ogni volta che usciamo dai piani ferrei che ci siamo imposti per restare al passo con i mille impegni. Ma cosa succede andando avanti così? Si scopre che, quando si sono svolti tutti i doveri della lunga lista della giornata, ne compaiono altri: quando si finisce di lavorare si pensa che sarebbe il caso di fare un po’ di sport, quando si ha una giornata libera si decide di fare il bucato o mettere a posto la casa. E il ciclo non finisce più.
La verità è che ci sentiamo perennemente rincorsi dalle “cose da fare”. Ma per quanto vogliamo essere il più produttivi possibili, fissarsi degli obbiettivi rigidi porta paradossalmente a non riuscire a raggiungerli, e la frustrazione è dietro l’angolo. Se vi imponete di studiare dalle 9 del mattino alle 9 di sera, è probabile che passerete gran parte del tempo a distrarvi, senza riuscire a portare a termine quello che dovevate fare.
Qual è la soluzione? La propone un libro di Alex Soojung-Kim Pan, intitolato “REST: Why You Get More Done When You Work Less”. E proprio qui sta la chiave di tutto. Pensate che sacrificando la pausa pranzo per mangiare un panino davanti al computer vi farà lavorare di più? O che chiudendovi una settimana dentro casa per studiare vi farà concentrare di più? Di regola è esattamente l’opposto: sono le pause vere, godute e consapevoli che ci fanno lavorare meglio. Mentre auto infliggersi sacrifici e orari impossibili, oltre a non servire a nulla, ci rende anche infelici.
Ora, una volta capito il concetto, la pratica è la cosa più difficile, perché bisogna eliminare la convinzione che la nullafacenza sia un male per la produttività. Ovviamente, se riuscite ad eludere i vostri doveri senza sensi di colpa, allora forse lo è. Ma se ritenete che, quando avete tanto da fare, passare un’ora a guardare la televisione sia qualcosa di inconcepibile, è arrivato il momento di ricredervi. Il divano vi aspetta.
Autrice: Livia Viganò articolo pubblicato su http://university.it/
Yvonne: È da anni che pratico la “nullafacenza” e mi ha arricchito in qualità di vita; ho imparato a sedermi su un sasso e ad osservare la natura, a stare con me stessa ci ha guadagnato la mia salute e camminando sotto il sole, la pioggia, ho imparato a riconoscere le persone sole ed a fermarmi con loro per due chiacchiere, … potrei andare avanti ma il mio consiglio è uno solo: provate! e ricordatevi che anche per la totale “nullafacenza” ci vuole metodo, attenzione e scrupolo.